Qualche post fa avevo parlato di Spotify e di come avesse elegantemente trovato una valida soluzione al problema musica/pirateria. Purtroppo però, come diceva mia nonna, un bel gioco dura poco.
Difatti spotify, pur di non contraddire la saggezza popolare, ha pensato bene di cambiare le regole per gli utenti non paganti, a partire dal 1° maggio 2011. Ecco cos’è cambiato:
- le ore di ascolto disponibili passano da 20 a 10 al mese
- ogni canzone potrà essere ascoltata per un massimo di 5 volte. NELLA VITA!
Ok, al primo punto mi ero ancora illusa di poter resistere (poi in una sola serata, lavorando a un saggio per l’università, mi sono fatta fuori 6 ore di ascolto… ma questa è un’altra storia!), ma il secondo?? Cioè, 5 volte nella vita!! A me! Che vado periodicamente in loop con degli album/playlist!
Ok, dal momento che io ho preso coscienza, già parecchio tempo fa, del fatto di essere un animale strano dal punto di vista dell’ascolto musicale, (e di conseguenza mi sono convertita all’uso costante delle cuffie, in modo da non costringere le persone intorno a me ad odiare l’album/playlist di turno), non mi ci è voluto molto a capire che la cosa in questi termini non poteva funzionare. Ho provato un po’ ad arabattarmi con qualche soluzione alternativa, ma visto il grande sbattimento per il poco rendimento, ho deciso di cedere al ricatto. Ok, a onor del vero, devo dire che l’opzione di investire dei soldi in Spotify era già in valutazione da un po’, ma in generale non è che l’aut aut mi sia piaciuto tantissimo.
Ad ogni modo, approfitto di questa occasione per una digressione sulla musica svedese. Per chi non lo sapesse, l’industria musicale è tra le più fiorenti in terra di Svea. Pare anche che il ministro degli esteri abbia dichiarato che la Svezia nell’esportazione di musica sia preceduta solo da USA e UK.
Se l’affermazione del ministro dovesse sembrare un’esagerazione, basta pensare a tutti quelli artisti famosi a livello internazionale, di cui spesso si ignora la nazionalità, per la semplice ragione che cantano in inglese, ma che in realtà provengono dalla Svezia. Ecco quelli che mi vengono in mente così su due piedi, oltre ai famosissimi ABBA: Roxette, Ark, Kent, Robyn, The Knife, In Flames, Millencolin, Alcazar, Cardigans.. giusto per nominarne qualcuno!
Comunque, in questa digressione vorrei parlare di un’artista molto meno famosa, che ho avuto l’occasione di incontrare alcuni anni fa, mentre lavoravo come volontaria al Ragnarock Nordic Festival.
Promise and the Monster, al secolo Billie Lindahl, è un’artista tanto brava, quanto giovane (classe ’87). Il suo album di debutto, Transparent Knives, è uscito nel 2007 e si vocifera che ce ne sia un secondo in cantiere.
Questo il video di “Night Out”, tratto per l’appunto da Transparent Knives:
Parola del giorno: musik = musica
Slagsmålsklubben FTW!
Anch’io sto valutando spotify premium, giusto per curiosità. Anche perché per linux pagare non è un’opzione: il client nativo non supporta gli account gratuiti, e quello in wine gira maluccio!
Riguardo all’esportazione: se per “prodotto da esportazione” hanno in mente canzoncine tipo “popular” stiamo freschi :D
@ tomaradze: ora me li vado a cercare!
@ spidernik: anch’io avevo la stessa menata, poi ho scoperto Playonlinux e mi si è aperto un mondo! Lì gira tutto tranquillamente (infatti non capisco perchè non lo consiglino come opzione direttamente sul sito di spotify).
Sulla questione musica ho citato alcuni dei nomi più famosi, ma comunque non me la sentirei di definire “popular” gli In Flames o i Millencolin :D
Intendevo “Popular” di Erik Saade! In Flames e Millencolin promossi, ovviamente :D
ah ok, pensavo popular = pop!
la mia allergia agli eurovision mi ha impedito di coglierne il reale significato :D
Bella Promise and the Monster. L’avevo vista in un concerto qui da noi, come supporter di José Gonzales.
Mai provato Grooveshark? E’ un’ottima alternativa web-based a Spotify. Che poi quest’ultimo valga 99:- al mese é fuor di dubbio, secondo me, ma se uno volesse posticipare la spesa…
Non l’ho provato, ma ne ho sentito parlare spesso (specie quando Spotify ha annunciato che avrebbe cambiato le regole). Mi risulta però essere un po’ al limite della legalità, me lo confermi?
Tra l’altro Spotify costa 99kr solo nel caso di abbonamento Premium (che comunque ti permette di avere spotify su Iphone/Android/IpodTouch/compagnia bella e di ascoltare musica anche offline!), altrimenti l’unlimited costa 49kr.
Grooveshark, nonostante quello che dicono loro, non è legale perché il materiale viene pubblicato senza il consenso di chi ha i diritti di edizione.
Grooveshark é un po’ al limite, ma non se ascolti senza fare upload (questo articolo spiega la situazione http://www.techdirt.com/articles/20110419/11434013962/grooveshark-insists-its-legal-points-out-that-using-dmca-safe-harbors-is-not-illegal.shtml )
Poi sono d’accordo con te che i costi di Spotify siano molto limitati e che il servizio valga i soldi richiesti. La questione é quella del ricatto (scrivendo “aut aut” sei stata molto gentile), che mi fa girare le scatole non poco…
[…] Se invece non sapete cos’è Spotify, ne avevo parlato qua e qua. […]